«Priceless», recita un noto spot tv.
Una piccola terrazza a strapiombo sul mare che stasera è una tavola e riflette in silenzio il nastro di luna piena: quattro tavoli a lume di candela e un altro per due appena defilato pochi gradini più giù.
Una brezza leggerissima lascia frusciare le foglie del lentisco da sotto..
Cenare in questa romantica estasi d’inizi agosto davvero non ha prezzo!
Siamo accanto al faro di Capo Miseno, nel complesso del Cala Moresca, che dalla punta del promontorio domina il golfo intero.
Ai piedi della struttura alla fine di un breve e impervio sentiero quasi nascosto si affaccia a picco sull’insenatura Caracol, il neonato gourmet dinner del Gruppo Laringe (due generazioni di risto-albergatori) con cui Roberto insieme ad Alfredo Gisonno debutta nella cucina dai piccoli numeri e il grande appeal, affiancata a quella essenzialmente banqueting del Cala e le altre cinque strutture risto-ricettive.
Vista mozzafiato, esposizione a favore tramonto e design lineare, caldo e intelligente (firmato da Francesca Maione): finiture in mogano e wengè, specchi ambra, volta-scultura lignea a forma di chiocciola (caracol in spagnolo) con lucernario dritto sulle stelle e una mise en place ergo-minimal.
Si chiama Angelo Carannante ed è tutta sua la regia dei fornelli: cucina, rivisita, panifica, fonde, emulsiona e riduce, ma i suoi piatti di aspetto grand decòr hanno sapori tradizionali, mediterranei e decisamente di casa nostra.
Umberto Campioni è il sommelier, giovane ma forgiato tra l’enturage milanese di Cracco e l’amicizia romana col grande Gennaro Buono al Pagliaccio: ora l’ensamble con chef Carannante.
Angelo è flegreo come gli ingredienti che predilige e manipola abilmente insieme alla sua giovanissima brigata, con cui ha già condiviso anni d’esperienza in giro per l’Italia fino al Marennà di Feudi San Gregorio alla corte di Paolo Barrale e il Vittoria Excelsior di Sorrento con l’altro stellato Luigi Tramontano nella Terrazza Bosquet.
Snack con polpo alla genovese, cannoletti di ricotta al profumo di limone e caffè, “cappuccino” di totano e patate, purea di cicerchie, pomodoro e zafferano con gamberi crudi/cotti, ravioli all’acqua pazza, merluzzo con cipollotto, scarole e latte di mandorla, sorbetti di zenzero/wasabi, menta/finocchietto o anguria&fondente, mousse di yogurt/pesca fino a una gelatina di pesca e una delicata tartellette di crema e frutta fresca.
Tutto abbinato a un gran Franciacorta, un fiano avellinese, una birra sorrentina, del pinot noire, un passito nostrano e ..un sempreverde Pino Daniele in sottofondo.
..Priceless!
di Salvio Parisi
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