Metti un sabato mattina pigro e uggioso d’inizi Marzo con la mia amica Anna Setola: «Apollineo e dionisiaco», una mostra con 40 De Chirico nella chiesa sconsacrata dei Santi Apostoli (fino a fine Marzo) e la visita golosa al nuovo showroom di chef Pasquale Marigliano sono stati la nostra miglior motivazione per guidare fino a Nola, nella provincia nord di Napoli.
Ma alle 14.00 prenotazione a sorpresa di Anna al Roji Jap-Fusion Resaurant: ecce locus!
Ubicazione un pò anonima, ma già dall’ingresso tira l’aria silenziosa e austera dei chashitsu orientali: dalla cucina open view ai tavoli in massello della veranda pare di entrare in un rilassato tea-restaurant della Tokyo modaiola e nottambula di Omotesando o Roppongi. Monocromi, bonsai e nuance del legno e carta antica, tabacco, travertino e foglie secche mixano mise en place minime o appena colorate, mentre a riportarci al sole di Partenope il personale in sala cordiale e impeccabile si adopera in sorrisi e abbinamenti territorio-sommellerie. Anima e ratio del menù sono gli chef Alex Pochynok (dal Tender del Jap-One di Napoli) e Francesco Franzese. E’ quest’ultimo, 28enne e di recente acquisizione, che ci avvicina e si racconta in poche mosse essenziali: 15 anni di esperienze dalla pizza e lo street-food napoletani alle brigate luxury dei Delphina Hotels in Sardegna, l’Olivo del Capri Palace o le cucine del Four Season di Firenze, fino alla corte di re Robouchon in Francia. Una moderna cultura dei fornelli contaminata da influenze del Sol Levante e combinazioni euro-nipponiche, dalle gourmandise di suggestione parigina e l’essenzialità della nostra tavola mediterranea e meridionale: cotture basse/lente e ingredienti tipici/atipici, alchimie e trasformazioni, consistenze e oscillazioni solido-liquide, sapienti equlibri di durezze e morbidezze.
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Ecco un pò della nostra degustazione (rinviando alla carta menù descrizioni o dettagli):
> à-la-page con hugò e mojito l’aperi-finger coi crispy rice cube & salmone o le chips di gambero:
> fresco e profumato il carpaccio tataki sakana mix, ma è un’apoteosi la capasanta con funghi shiitake, maionese di ricciola, tartufo e Tandoori;
> originali i nigiri con alici di Cetara e zenzero; l’anguilla laccata (in salsa unagi) con gelato di cipolla rossa è un must di Franzese: di gusto opulento ma apprezzata;
> il finto gelato a mango e lampone è un’autentica trovata (nemmeno assai dessert), mentre la sua namellaka giapponese viaggia con eleganza tra cacao, banana, lamponi e zenzero.
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di Salvio Parisi
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