«Dpi» ovvero dispositivo di protezione individuale: la mascherina è il primo tra i presidi medici obbligatori da indossare secondo decreto ministeriale.
La varietà tecnica o funzionale e la sua periodica carenza di reperibilità hanno ingenerato le innumerevoli iniziative su e giù per lo Stivale di designer e artigiani in perenne moto creativo, pur sempre al servizio dell’emergenza e dei nosocomi o in favore di associazioni e onlus no profit.
Del resto sin dal primo momento moda & design si sono schierati in prima linea contro il Covid per le urgenze ospedaliere. Ma dal presidio di protezione obbligatorio all’accessorio di look il passo è stato breve: al motivo di solidarietà e prevenzione s’è presto unita un’opportunità di stile e (perché no?) di promozione.
Dal suo atelier di Chiaia Alessio Visone ha pensato dal primo momento alla confezione di mascherine con tessuti pregiati per le sue clienti (in foto Gigliola Ferrazzani e Cristina Donadio) ed ha anche tenuto lezioni di sartoria per la realizzazione di mascherine alle detenute del carcere femminile di Pozzuoli.
Antonino Loli, couturier partenopeo con lunga esperienza milanese, ha impreziosito l’accessorio con ricami, macramè, fiocchi e paillettes su satin, taffettà e organza, inserendo la mascherina in collezione abbinata per nuance o tessuto all’abito elegante, mentre l’incasso della vendita è devoluto alla Protezione Civile di Napoli.
Rosaria Castiglia, creativa flegrea, ha cominciato già dal primo giorno di quarantena a realizzare mascherine sartoriali per uomo, donna e bambino utilizzando solo tessuti di riciclo (opportunamente sterilizzati e foderati in lino e tnt) dal look inconfondibile comics, pizzo, jacquard, dipinte o denim: tutte donate all’Esercito, agli ospedali di Ischia e Pozzuoli e alla Comunità di Sant’Egidio.
Emanuela Sauve da Roma e Cristina Simen da Milano sono una coppia di decoratrici d’interni, che in questi mesi hanno avviato la produzione artigianale di variopinte mascherine lavabili e quindi riutilizzabili, realizzate con stoffe africane wax e cotone (in deroga come previsto dall’Art 16 DL n.18 del 17.03.2020). Il ricavato totale della vendita è devoluto alla cooperativa napoletana “Oltre il giardino”, associazione che dà lavoro ad ex detenuti, insegnando loro il mestiere di giardiniere e altre attività creative. Da loro lo Studio Sauve Simen acquista già da tempo gli originali sacchetti per il package, realizzati con pagine di quotidiani usati.
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di Salvio Parisi
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