Torna “APPUNTI DI MODA dalla SUN”, di alcuni laureandi in Design per la Moda al Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” (fino al novembre 2016 Seconda Università degli Studi di Napoli, in acronimo S.U.N.).
Benritrovata Nancy Gargiulo.
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Una sola parola per indicare l’edizione MET Gala 2018: ‘wow’!
Quest’anno infatti il fashion ha scelto come tema per l’ appuntamento di opening della mostra newyorkese le contaminazioni tra moda e religione cattolica.
L’incontro di due mondi tanto lontani non s’è mai rivelato così sorprendentemente fecondo, parola di «Heavenly Bodies: Fashion and Catholic Imagination» in mostra al Metropolitan Museum della Grande Mela (dall’11 maggio all’8 ottobre).
Sacro e profano hanno dato vita al red carpet più ambìto e stravagante di sempre: invitati a nozze i designer con outfit irriverenti ma c’era da aspettarselo!
Tra le star della moda, della musica e del cinema ad accaparrarsi il titolo di star più provocatoria e sopra le righe sono state Rihanna in mitra vescovile abbinata e mini dress tempestato di pietre preziose firmato John Galliano per Maison Margiela, e Katy Perry vestita da angelo con un abito di Donatella Versace.
Cardi B in Moschino.
Madonna non ha sorpreso più di tanto nei panni di ..una Madonna ‘addolorata’ by Gaultier con tanto di rete nera sul volto e corona d’oro in testa.
Kendall Jenner con la tuta bianca (del suo amico Virgil Abloh): che casta.
Per Sarah Jessica Parker un make-up & outfit estremi, omaggio all’opulenza vaticana con una sorta di tabernacolo per copricapo: Dolce & Gabbana (..who else?).
Chilometrici gli abiti di Rita Ora vestita Prada e Kate Bosworth in bridal look Oscar de La Renta con un velo da vergine rinascimentale.
Teste iperdecorate da aureole, tiare e corone, come Rosie Huntington-Whiteley (par Ralph Lauren) e Solange Knowles (par Durag & Halo).
Niente eccentricità per Kate Moss e Gisele Bundchen in Saint Laurent e Versace.
Sul red carpet non sono mancati ovviamente i maker maggiori: da Donatella a Jeremy Scott, Alessandro Michele, Miuccia, Michael Kors, Vera Wang, Stella McCartney e tanti altri.
Ma se tra fashion & religion c’è tanta audacia, la domanda nasce spontanea: qual’è il connubio tra spiritualità cattolica e materialismo del mondo del lusso?
Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, ha spiegato a Vogue Italia che «San Paolo diceva di verificare tutto e conservare ciò che è bello (kalon in greco ‘bello e buono’). La moda è una forma di comunicazione molto rilevante della cultura contemporanea che rincorre certi canoni. Certamente il mondo del lusso è al di fuori della Chiesa, ma è anche vero che secondo il messaggio cristiano è indispensabile entrare anche nel mondo del lusso, come qualsiasi altro mondo dove c’è il male, per cui come nei parametri ecclesiastici appare la sacralità della funzione liturgica così negli abiti di lusso dell’alta moda appare una funzione simbolica che trascende la mera funzione del coprirsi».
Insomma, sacro e profano non sono mai stati tanto pericolosamente vicini: sarà forse una risposta a una nuova evangelizzazione da parte della Chiesa?
di Nancy Gargiulo
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